mercoledì 27 gennaio 2016

Recensione: Il creasogni di Simone Toscano

TRAMA:
Il Signor Ettore è un uomo schivo, di poche parole, con un velo di tristezza negli occhi. Nulla si conosce di lui, se non che possiede un dono speciale: sa di quale materia sono fatti i sogni. Ne conosce l’essenza lieve, che ha imparato a modellare, nella forma e nei colori, nelle sfumature e nei dettagli, riuscendo a creare visioni bellissime e avvolgenti. Nella piccola comunità di Mangiatrecase spetta a lui il compito di esaudire le richieste di chi, pur tra mille difficoltà, non vuole rinunciare a inseguire un sogno. Per tutti costruisce illusioni su misura, tranne che per sé e per la sua particolare “famiglia”: un cagnetto che lo segue come un’ombra, e un bambino, spuntato anche lui dal nulla. Dietro questa apparente serenità ribolle però un mondo di speranze infrante, di assenze e rimpianti, di amori perduti. Sarà un evento drammatico come l’improvvisa scomparsa del bambino a risvegliare i cuori dei protagonisti che troveranno la forza di superare le difficoltà della vita e di sognare ancora, con coraggio. Un romanzo lieve e delicato come un sogno, ingenuo e difficile come l’amore, vero come la vita stessa.

LIBRO:
Anno: 2015
Pagine: 190
Editore: Ultra Novel

LA MIA OPINIONE:
Ho letto questo libro in un giorno scarso. Una lettura leggera. L'ho trovato ben scritto ma non mi ha preso particolarmente. Forse pensavo di trovare qualcos'altro, un'altra storia. Forse questo mia recensione non troppo positiva dipende dal mio stato d'animo in questi giorni. Non lo so.
Pensavo che il libro fosse incentrato sulla capacità di Ettore di creare i sogni e dare la felicità agli abitanti di Mangiatrecase, invece di questa sua abilità non si parla molto.
Non trovo che questo libro sia incentrato sui sogni. Da metà libro l'ho trovato interessante, più animato. Ma manca quel qualcosa in più che piace a me.
Come ho detto, magari è una lettura che in questo periodo non fa per me.
Forse rileggendolo in un altro momento cambierò idea.
" ... senza sogni non si vive,
perchè si è soli con il proprio vuoto ... " 
 La mia valutazione:

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